Schhhh, è tutto pronto per domani, quel buffo 8 che esulta perché è arrivato il suo momento.

Duetto ha sistemato i cerchietti con le palle stroboscopiche e gli occhiali abbinati, e il fiorellino è pronto a cantare “Happy birthday to you” a Dirk, che, a distanza di sicurezza, riceverà la sua torta gonfiabile e qualche candelina. Per un dolce vero, non so se mangiabile, ci attrezzeremo domani in qualche modo, che qualcosa si inventa sempre, anche in quarantena.

Torta gonfiabile e tortini immangiabili nel tavolino divisorio tra positivi e negativi al Coronavirus

Poi tocca a me: io riceverò i miei regali per la festa della mamma, quelli che hanno preparato all’asilo e quelli che hanno comprato col papà. E sono eccitatissimi per entrambi. Anche se io temo di sapere già che all’asilo hanno confezionato degli strofinacci da cucina e sono già imbestialita con tutto il corpo educatori. Ma mi passerà.

Finito il mio turno, toccherà a loro: dal cesto delle cose comprate “perché non si sa mai” ho tirato fuori due pensierini, perché senza di loro non sarei mai diventata mamma, e quindi tocca festeggiarli. O comunque a me piace trovare sempre un’occasione per festeggiarli. Ho scritto loro anche una letterina, che non ho avuto il tempo di modificare e ristampare, perché faccio accenno ai festeggiamenti con amici che invece anche quest’anno saltano: vedi a cosa porta, l’esser positivi? 😉

Infine le papere, prese al Lidl nel cesto “rette mich” (salvami) delle cose in scadenza o un po’ sgarrupate: come potevo tirarmi esimermi? C’eravamo tutti: Mika il pirata, Mila la principessa (dice che lo è, perché sa correre veloce per le scale come le principesse, vedi Cenerentola o Frozen. Ma loro meglio, solo perché son più grandi), Dirk l’eroe e io, capitano di questa nave che ci conduce sempre in direzione nuove mille avventure.

E poi…e poi da qualche parte bisogna iniziare questa avventura. E io, per gratitudine, inizio oggi. Non che io abbia mai avuto tanta simpatia per il numero 8, ma se gli si dà una schicchera diventa l’infinito, e puoi fare questo giochino per l’appunto un’infinità di volte, che l’8 per essere 8 si deve rialzare, e tu per essere burlona devi schiccherare ancora. E burlonando burlonando, ora siamo diventati amici, io e l’8.

L’8 poi è anche l’ottavo mese dell’anno, quell’agosto tanto atteso e da sempre trascorso a MareMio.

Otto è il passerotto ebbro di felicità, e una serie di rime-non rime che sono un po’ la mia filosofia di vita.

Insomma, io inizio oggi, almeno a fare la cosa che da anni mi riprometto, rimandando sempre: un mio blog. Un blog che forse non ha niente da insegnare agli altri, perché, cito letteralmente ma non conosco la fonte, “parlo per esperienza personale: non lo so”.

Ma ho qualcosa da lasciare almeno ai miei figli, per ora il mio pubblico più attento. Temo che cadano nel mio stesso errore, di considerare la vita della loro madre solo da quando sono nati loro, perdendosi 40 anni di stupidera senza i quali non sarei quella che sono. 40 anni di amici, di viaggi, di sport, di avventure, di parole scritte, dette e raccontate, ma che potrebbero non arrivare alle loro orecchie. 40 + 4 e qualcosa da mamma, facciamo 45, considerando il pancione e per fare cifra tonda.

Per ora ho tramandato loro oralmente la storia di Ariel, la mia amata macchina, ed oggi inizio con quella di Floh (che potete leggere qui), la macchina della nonna Milena. Ma di storie ne ho tante. E magari, se vi farà piacere leggermi, vi verrà anche voglia di raccontarvi o farvi raccontare.