Ovvero il perché della scelta del logo.

Credevo che fosse molto più difficile scegliere un logo che mi rappresenti. Se Ilaria, l’ideatrice, mi avesse chiesto un elenco dei miei interessi e delle mie passioni, avrei indicato il mare, palloni da pallavolo, segni zodiacali, Salerno, Firenze, simboli con la chiave, colori sgargianti, sorrisi, risate, la lettera M, il numero 11, penne, taccuini e tastiere e chi più ne ha più ne metta.

Invece a lei è bastato mettermi una penna in mano e dei fiori sulla testa, per farmi innamorare al primo colpo. Devo dire che inizialmente quei fiori erano altri, perché lei vi vedeva la rappresentazione di una creazione delicata e profumata di ricordi. Io le ho chiesto dei Nontiscordardime.

Di fiore in fiore: la storia di come sono diventati i miei fiori preferiti

Io non sono una che ama i fiori. Non amo riceverli né regalarli. Mi sembra sempre di sentire nella testa la Regina di Cuori gridare “tagliategli la testa!” e visualizzo nella mia nuvoletta di pensieri un esercito di carte francesi accorrere a giustiziare campi fioriti per futili motivi.

Però uno dei miei cartoni animati preferiti è Lady Oscar. Ho ammirato, in adolescenza, la sua forza e il suo coraggio, anche nel mostrare le sue debolezze.

E, come lei, non avevo un fiore preferito. Me ne accorsi quando, in una delle puntate finali, la regina Maria Antonietta, che da Lady Oscar era stata sempre protetta e supportata, chiede di far portare sulla sua tomba una rosa di stoffa che lei stessa aveva creato e che, ignorando quale fosse il suo colore preferito, aveva lasciato bianca. Un po’ per osmosi, un po’ in suo onore, scelsi le rose bianche anche per me.

Mi resi però presto conto che erano difficili da mantenere “pure”: bastava la vicinanza con altri fiori, che i petali venivano come scambiati in lavatrice.

Per proteggerla, la rosa bianca andava isolata. Ma l’avrei resa felice? Non tendiamo tutti agli altri, a imitarne pregi, a farci condizionare dai loro difetti? Non siamo forse tutti animali sociali? Io, per prima, lo sono.

Allora perché i Nontiscordardime?

Restare senza fiore preferito non mi ha traumatizzato. Me ne sono fatta una ragione e in fondo avevo le idee ben chiare su altre tipologie di gusti. Però c’era un fiorellino che, con discrezione, mi faceva compagnia ovunque per l’Italia e per il mondo. Un fiore che non ha bisogno di molta cura e protezione. Un piccolo fiore spontaneo che non sa stare lontano da tutti gli altri. Un fiore azzurro vivo con il centro giallo. Piccolo, perfetto e dal nome che è la più romantica delle richieste: non ti scordar di me.

Un nome che è ancora più bello se lo si scrive tutto attaccato, perché, se ne scomponiamo le parti, si perde tutta la poesia del suo significato: “è proprio di me che non ti devi scordare, tu che sei l’oggetto dei miei pensieri. Puoi non ricordarti se quel giorno piovesse, ci fosse il sole, cosa indossassi o quanti chili pesassi. Ma di me, ti prego, mamma, figli*, amic*, parente, conoscente, passante, alunn*, insegnante, etc., di me che sono passato nella tua vita, non ti dimenticare”.

Ora è diventato il simbolo dei miei scritti, pensati per chi ha una storia da raccontare o semplicemente qualcosa da dire ma non sa ancora bene come.

Ed è a tutti coloro che amano ricordare, che hanno paura di dimenticare o di essere dimenticati, che dedicherò ogni mio post su questo blog.