Oggi faceva freddo, ma proprio tanto freddo. Quel freddo inutile, senza neve e col cielo “che sembra una nebbia fitta”, l’ha definito Ami pur senza vederlo, perché plumbeo pareva un complimento per un cielo così freddo e anonimo.

Un freddo così fa venire poca voglia di uscire, soprattutto qui, dove le luminarie sono sporadiche e per niente fantasiose. Non so perché quest’anno sembra che il mondo intorno si sia coalizzato per non creare atmosfera.

In queste giornate così fredde neanche il giaccone compratomi da My Love per sopravvivere all’inverno riscalda.

Ma c’è una miccia che invece è sempre lì pronta ad ardere: la voce degli amici.

Ieri My Love è stato a una serata con gli amici della palestra e per la reunion è venuta anche una sua vecchia amica che ha trovato l’amore altrove e si è trasferita. Ha dormito da noi, e Duetto era entusiasta di avere un’ospite, anche se praticamente l’hanno vista appena. E io ero contenta della loro contentezza, perché non ha senso avere una casa grande (ma neanche una casa media o piccola) se non vengono gli amici a riscaldarla. Loro sono le decorazioni natalizie migliori.

Ci siamo alzati con calma e fatto colazione chiacchierando. È passato poi lo zio che io ero ancora in pigiama, e la zia a redarguire lo zio che stavano facendo tardi…tutti avevano fretta mentre noi eravamo ancora in pigiama.

Abbiamo mangiato da Mc e poi mi ha chiamato Ami, la voce dell’amicizia, e l’ho seguita nelle sue peregrinazioni salernitane che mi mancano tanto. Le ho raccontato del cielo e lei me lo ha saputo definire.

Ha continuato a fare freddo e lo farà anche domani. Ma con una speranza: che qualcosa o qualcuno venga a riscaldare la giornata.

La speranza è quel qualcosa che o la ami o la odi. O la odi-et-ami, perché avevi deciso di odiarla ma alla fine lei è più forte di tutto, anche di un cielo che sembra una nebbia fitta e del freddo e della mancanza di luminarie e di atmosfera.

La speranza, sotto Natale, non accetta di essere relegata fra le cose o le sensazioni che si odiano. Si fa spazio nell’amore e ci si accomoda. Si accuccia silenziosa, tanto che non ti accorgi che è ancora lì. E quando la stai per perdere, ecco che squilla il telefono, che suonano al citofono o che ti ricordi che domani è la seconda domenica dell’avvento e Duetto può accendere una candela per ciascuno, che lo hanno imparato all’asilo e vogliono farmi vedere come sono bravi a fare una cosa così pericolosa ed eccitante, “ma con un adulto accanto”. E per fortuna, che questa domani non voglio perdermela, anche se dovesse far di nuovo così freddo.