Ma non vedete che magia, nel lavoro di queste quattro mani?

Io vedo una bambina, la mia bambina, appassionata e testarda, che non se ne fa niente dei mille espedienti che le ho comprato per filare la lana, lei vuole imparare a usare i ferri e se ne frega se non ha neanche cinque anni.

Vedo come si arrabbia se non riesce e come è orgogliosa di sé quando ce la fa, che urla “mamma guarda, lo so fare anche senza Oma” e io interrompo tutto, perché anche io filo la lana, ma senza Oma so fare poco e niente.

Dietro di lei vedo la Oma, la nonna del cuore, tutta amore e infinita pazienza per questi nipoti che le sono arrivati come un dono inatteso, come lei lo è per noi, che aspettiamo che vada in pensione per vederla più spesso.

Davanti a lei vedo un accenno di arriccio di labbra, che è tutto la nonna materna, quella che non c’è più ma che c’è sempre, che se davvero ci fosse sarebbe impazzita per questi nipoti che sono tutto e il contrario di tutto, che sono tanti come una miniclasse, che alzano la mano per fare una domanda e quando ti stufi di rispondere ti spiazzano con un “ma mamma, io non so niente di te e quando non so domando”.

E hai ragione, bambina, perché bisogna essere affamati di passione e di curiosità e non solo rimanere in attesa del momento giusto, che colei che filava la lana era triste perché aspettava un amore che non sarebbe mai tornato e aveva domande che non avrebbero mai ricevuto risposta.

Hai ragione, figlia mia, perché sei più intelligente di Penelope, perché tu come lei sai quali sono le tue priorità e sei disposta a stratagemmi pur di soddisfarle.

Hai ragione, amore di mamma, perché abbiamo ereditato tanta lana e dobbiamo trovare il modo di riscaldarci dall’assenza che a volte è davvero troppo, anche per te che non l’hai mai conosciuta e te ne dispiaci spesso. “Ma mamma, lei ci conosce vero? lei ci vede, vero?”.

Io non lo so, davvero non lo so, ma ora lo spero un po’ di più. A te dico che lo so, che ne sono sicura, lascio che la immagini assaggiare pezzetti di nuvole o impegnata in chiacchiere con Grazia, Tina, nonna Brigitte e col papà di Fernanda.

Quello che so è che la ritrovo nel tuo modo di fare, di parlare, di tirare fuori la lingua quando sei concentrata a fare qualcosa, nella tua sensibilità, nelle tue associazioni mentali e ora anche nel tuo modo di lavorare a maglia.

E mentre io cerco modelli che si adattino alla mia pigrizia e ai suoi gusti, tu scegli la lana con il glitter e sai benissimo quello che vuoi.

E questa immagine di due mani che si intrecciano come i fili che state lavorando brilla in questo periodo dell’avvento proprio come l’argento che impreziosisce il gomitolo.