Oggi non ho tanta voglia di ricordare, perché voglio godermi la sensazione di questa bella giornata.

Va tutto un po’ meglio: My Love e la sua salute, io e il mio umore. Credo sia questo il segreto della contentezza: rendersi conto che va tutto un po’ meglio.

Ieri è arrivato Bernardo in famiglia. È lo gnomo in mezzo nella foto. Mi ero ripromessa di non comprare più niente, ma poi mi sono innamorata. Proprio come un cagnolino bagnato me lo sono portata a casa e l’ho presentato prima a Duetto e poi a My Love, che lo hanno subito accolto con il mio stesso entusiasmo. Certo, l’entusiasmo dei bambini è a volte un po’ rude, ma Bernardo ha resistito a tutti gli attacchi di affetto, anche quelli che lo mettevano a testa in giù. Siamo talmente felici di averlo che oggi siamo tornati al Lidl a prenderne un altro per zia Sister: sarà difficile separarsene ma non possiamo accogliere tutti i Bernardo abbandonati sugli scaffali.

Neanche siamo entrati che si sono messi a urlare “Mamma, guarda, è lì Bernardo!” e sono corsi da lui. Ho immaginato se la scena si fosse svolta in Italia, se tutti avessero capito cosa avessero detto, se si fossero lasciati contagiare dalla nostra euforia: i Bernardo sarebbero andati a ruba! Alla fine sono andati a ruba anche qui, ma perché li abbiamo comprati noi: gli altri Bernardo non erano belli come il primo ma hanno il naso che si illumina. La cassiera mi aveva anche avvertito: si illumina proprio tanto! Meglio! E benvenuti in famiglia anche a loro.

Tanto oggi è stato un giorno di super-famiglia, di quelli belli belli anche col freddo.

Stamattina ho accompagnato My Love a un controllo e nell’attesa, in un Bäckerei ho fatto colazione leggendo un libro interessantissimo sul potere della scrittura terapeutica. Ve ne parlerò, perché vorrei tradurlo in bene per me e per gli altri. La visita è andata bene ed è terminata anche velocemente. È una di quelle visite che prevede una breve anestesia e quindi anche My Love se l’è un po’ goduta, che è un sonno talmente profondo che ti arricrea (non saprei quale altro termine non dialettale usare).

Avendo tempo ce ne siamo andati a comprare un paio di regalini e poi a mangiare al cinese. Una volta a casa My Love si è appisolato, io ho scritto e poi siamo andati insieme a prendere Duetto. Abbiamo un po’ giocato, un po’ hanno giocato da soli (mirabile dictu!) e poi li ho accompagnati allo sport.

Di lì è passato Nikolaus, che ormai semina regali ovunque e in qualsiasi giorno. Bambino, che è furbetto, mi ha detto “mamma, forse dovremmo mettere ogni giorno le scarpe fuori, che secondo me così Nikolaus viene ogni giorno”. Tentar non nuoce, avrei voluto dirgli.  Invece gli ho ricordato che è solo un bambino furbetto, e lui ha riso, con le sue smorfie da paraculo, che evidenziano il buco un fronte della caduta di un anno e mezzo fa ma anche il suo viso perfetto, almeno ai miei occhi.

Al supermercato Duetto ha voluto i Knödel, delle specie di polpette ripiene di non so cosa che non so come si cucinino. Glieli ho presi, li ho cotti nel brodo seguendo le istruzioni sulla confezione, ho sciolto la salsa marrone che qui va su tutto.

“Mamma, ma non sono come all’asilo: secondo me la salsa è italiana” ha sentenziato Bambina, che quando una cosa è diversa dalle aspettative allora la attribuisce all’altra Nazione di appartenenza. Tipo quando mi dice “mamma, hai detto che venivi subito e in Germania subito vuol dire subito, non dopo tanti minuti”. È intelligente, bambina, ed è sempre più interessante (e faticoso) disquisire con lei. Inoltre è peripatetica, quindi mentre parla fa venire il mal di testa per la quantità di domande e contro-domande che pone mentre cammina disegnando cerchi.

Insomma, oggi è stata talmente una bella giornata che anche intorno mi pareva tutto più decorato e luminoso, non triste e buio come nei giorni scorsi. Ma forse è stata talmente bella che ora Bambina ha deciso di non addormentarsi, di chiamarmi in continuazione e di interrompere ogni cinque minuti questo mio scritto (Bambino, ovviamente, si è addormentato poco dopo aver messo la testa sul cuscino). Colpa anche mia, che per godermi di più questa giornata li ho fatti giocare dopo cena, con mamma e papà, ed ero Cristina, e quindi ridevano a crepapelle, mentre io facevo da giullare e da arbitro, e da arbitro giullare.

Credo che Bernardo (con Leonardo e Riccardo) si siano divertiti a guardarci.

Credo anche che sia tempo che faccia uscire dalla cantina gli altri tre elfi che avevo comprato tempo fa ma che non ero nell’animo di presentare a casa. È che io ho bisogno di pubblico, e la casa e grande, e qui “chiu simm e chiu bell parimm”.

Sì, oggi non avevo molto tempo per i ricordi: oggi era un giorno per tutta la famiglia (allargata).